Uno degli aspetti di maggiore pregio e interesse del Parco del Corno alle Scale è senza dubbio la ricchezza del suo popolamento faunistico. Il grado relativamente elevato di maturità e complessità degli ecosistemi forestali, la diversificazione degli habitat in rapporto all'altitudine e il contenuto impatto antropico su larga parte del territorio consentono, ad esempio, la presenza di mammiferi di grande importanza ecologica.
Camminando lungo i sentieri dell'alto crinale è facile ascoltare il grido fischiante della marmotta, introdotta nel dopoguerra sulla vicina montagna modenese, o scorgere i piccoli fori d'ingresso delle tane di arvicola delle nevi; pressoché inosservato rimane, invece, il piccolo toporagno appenninico.
Su alcuni tratti rocciosi e sui passi montani non è raro incontrare i mufloni. Una pecora di origine sardo-corsa, introdotta nel dopoguerra sul versante toscano; i maschi si riconoscono per le corna spiralate. Nella fascia boscata è piuttosto comune il capriolo, sterminato in queste montagne due secoli fa e reintrodotto nei decenni passati; è possibile osservarlo uscire dai boschi al crepuscolo nei campetti coltivati, nelle radure e a volte anche nelle praterie d'altitudine. Nelle faggete mature e, più in basso, nei castagneti, trova rifugio il cinghiale che non rinuncia a scorrerie nelle basse vallate e anche nelle praterie oltre il limite dei boschi. Le fustaie più vecchie ospitano un carnivoro particolarmente raro e localizzato, la martora , abile cacciatrice di scoiattoli. Predatori più adattabili e diffusi sono faina, tasso e volpe. Nei boschi ricchi di specie arbustive e nei cedui più fitti vivono due piccoli roditori: moscardino e arvicola rossastra.
Le estese superfici boscate costituiscono inoltre rifugio per uno degli animali più rari e affascinanti della fauna italiana, da qualche anno tornato ad abitare i nostri monti: il lupo, oggi più che mai segno evidente di un ritrovato equilibrio ambientale.