Alla vigilia della seconda guerra mondiale l'area dell'attuale Parco Storico Regionale di Monte Sole registra aspetti comuni a quelli della media collina bolognese. Il paesaggio agricolo-forestale alterna cereali e medica in campi divisi da alberate vitate, modesti vigneti e frutteti per consumo prevalentemente aziendale, castagneti da frutto, prati e pascoli nelle aree meno fertili, bosco su estese superfici costituite in prevalenza dalle aree più marginali e accidentate. Oltre alla coltivazione dei campi, altra occupazione rilevante è l'allevamento del bestiame, per il consumo o come aiuto nei lavori agricoli.
L'insediamento dai caratteri misti, è distribuito fra i centri più corposi di fondovalle (Marzabotto, Pioppe di Salvaro e Vado), dove abita una popolazione prevalentemente legata alle attività industriali, commerciali, artigianali e ai servizi; gli insediamenti isolati e sparsi tipici delle aree a più forte caratterizzazione mezzadrile (Caprara, Casaglia e San Martino) abitati da famiglie addette alle attività agricolo-forestali; i paesi di crinale di derivazione storica (Grizzana e Carviano) circondati da pianori coltivati e sede di alcuni servizi.
Gli effetti diretti della guerra su questo territorio cominciano a essere avvertiti in particolare a partire dal 1943. Dopo la firma dell'armistizio fra il governo italiano e gli Alleati, resa nota l'8 settembre 1943, nell'area del Parco Storico Regionale di Monte Sole, similmente a quanto accade anche in altre parti dell'Italia centro-settentrionale, si forma una brigata partigiana allo scopo di combattere contro i tedeschi e i fascisti. L'atto di fondazione di questa brigata, denominata Stella Rossa, viene individuato in una riunione tenutasi all'inizio di novembre 1943 nella canonica della chiesa di Vado, alla quale partecipano il parroco don Eolo Cattani, alcuni giovani della zona, fra cui Mario Musolesi che ne diviene il comandante col soprannome di Lupo, e un rappresentante del Comitato di Liberazione Nazionale. Le prime armi vengono raccolte dai partigiani nelle gallerie della ferrovia Bologna-Firenze, dove sono state abbandonate dai soldati italiani che dopo l'8 settembre si sbandano. Altre armi vengono in tempi successivi fornite dagli Alleati con lanci aerei oppure recuperate direttamente dai partigiani con azioni contro i tedeschi e i fascisti. Fanno parte della Stella Rossa soprattutto giovani dei comuni di Marzabotto, Monzuno, Grizzana Morandi e dei comuni vicini, con una significativa presenza di partigiani provenienti dalla città di Bologna e dalla pianura e di alcuni soldati alleati, sfuggiti alla cattura dei tedeschi. Nel complesso la Stella Rossa trova l'appoggio della popolazione locale che è direttamente coinvolta per la presenza all'interno della brigata di moltissimi giovani della zona.
La Stella Rossa trascorre quasi tutta la sua esistenza nell'area di Monte Sole e opera con azioni di disturbo e di guerriglia contro i fascisti e i tedeschi principalmente lungo le valli del Setta e del Reno. Soprattutto a partire dalla primavera del 1944 si susseguono i sabotaggi alle linee telegrafiche e di comunicazione, gli assalti alle caserme fasciste, gli attentati ai convogli tedeschi, gli scontri a fuoco con i nemici. Seguono da parte dei nazifascisti rastrellamenti sempre più brutali in cui viene meno ogni rispetto per la vita umana, con eccessi di violenza, in cui si manifesta una brutalità che non può in alcun modo essere giustificata: incendi di case, rastrellamenti e deportazioni, eccidi sommari di decine di uomini.
Il 28 maggio 1944 un primo massiccio rastrellamento investe la Stella Rossa. L'operazione è guidata dai tedeschi, ma vi partecipa anche la Guardia Nazionale Repubblicana. La Stella Rossa dopo alcuni scontri si sgancia e lascia l'area per dirigersi verso la Toscana. Un partigiano e tre civili sono uccisi, quarantatré case vengono bruciate, ovunque i tedeschi si danno al saccheggio e alla asportazione di viveri e animali. Altre decine di civili vengono uccisi dai nazifascisti durante l'estate.
A queste violenze si aggiungono i disastri e i morti provocati dai bombardamenti aerei alleati. Chi può si costruisce un rifugio di fortuna e molti dal fondovalle e dalla città di Bologna si trasferiscono sulle pendici di Monte Sole.