Per la natura carsica del gesso, in queste aree si osservano doline, valli cieche, inghiottitoi, erosioni a candela e sono celati gli ingressi di oltre 100 grotte tra cui quelle famosissime del Farneto e della Spipola.
Le cavità naturali del parco ospitano una fauna ipogea di grande interesse scientifico: alcune specie di chirotteri e vari invertebrati che si sono evoluti e specializzati alla vita nelle tenebre. I gessi sono attraversati da complessi sistemi di acque sotterranee. L'esempio più significativo si trova presso la Croara. nella valle cieca dell'Acquafredda il rio omonimo si inabissa per tornare alla luce dopo quasi tre chilometri in una risorgente lungo il Savena. Dolci pendici coltivate a seminativi fanno da cornice a luoghi aspri, nei quali si è conservata una natura quasi intatta. Particolarmente suggestivi e selvaggi sono gli affioramenti gessosi tra Zena e Idice, con le grandi doline dell'inferno e della Goibola e la bella valle cieca di Ronzano, chiusa da imponenti falesie selenitiche. Le rupi gessose sono rivestite da una vegetazione ridotta e discontinua, da piccole piante erbacee adattate alla vita sulla roccia e aromatiche che in estate sprigionano intensi profumi. A tratti la copertura vegetale si arricchisce di folti boschi, arbusteti e slepi che si fondono con gli affioramenti, delimitando le aree ancora coltivate.
Alle tante testimonianze che raccontano l'affascinante storia naturale dei luoghi si sovrappongono i segni delle opere dell'uomo, che ha frequentato sin dalla preistoria queste colline. Dei numerosi borghi medievali sorti intorno alle parrocchie molti sono decaduti o scomparsi come Montecalvo e Pizzocalvo e degli antichi castelli restano ruderi a Castel de' Britti e S. Pietro di Ozzano. Ormai perdute sono anche le tracce degli importanti monasteri di un tempo, ma sopravvivono alcune chiese isolate nella campagna o piccoli oratori come quello della Madonna dei Boschi. Per l'amenità dei luoghi e la dolcezza del clima in questo territorio furono edificate molte ville di nobili famiglie bolognesi; tra quelle di più antica origine spicca Villa Miserazzano, nei pressi della Croara.