Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa
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Le piante degli affioramenti e di conifere

Dove il gesso affiora, la vegetazione subisce un brusco cambiamento e le particolari condizioni ambientali impongono precisi adattamenti alle piante.
I costoni rocciosi del parco appaiono, a prima vista, privi di vita vegetale, ma osservando più da vicino si scorgono presenze inconsuete, come le macchie di colore formate dai licheni: frequenti sono le gialle chiazze crostose di Fulgensia fulgida e i talli verdi, foliosi e frastagliati di Cladonia convoluta.

I licheni si insediano per primi sulla roccia, preparando il substrato ad accogliere, se l'inclinazione non è eccessiva, altre piante via via più esigenti; ad essi si affiancano i compatti cuscinetti dei muschi (Bryum bicolor, Barbula convoluta, ecc.).

Dopo una pioggia o quando l'umidità è elevata, il tallo di licheni e muschi è turgido e di colore brillante, mentre nelle torride giornate estive appare rinsecchito: essi superano, infatti, lunghi periodi di siccità in uno stato di vita latente, per poi ritornare vitali in condizioni ambientali più favorevoli. L'aridità, del resto, oltre alla scarsità di terreno, è un fattore limitante anche per le altre piante che frequentano il gesso.

Alcune sfruttano l'autunno e la primavera per compiere il loro breve ciclo vegetativo, affidando ai semi il superamento dell'estate.

In questo modo si comportano le minuscole sassifraga annuale e draba primaverile, già in fiore a fine inverno, l'erba medica minima e il becco di gru (Erodium cicutarium), che deve il nome alla bizzarra forma del frutto. Le borracine (Sedum acre, S. rupestre, S. album), invece, sono piccole piante succulente che immagazzinano acqua nelle foglie e nei fusti.

Dove si accumula un po' di terriccio crescono piante più sviluppate come elicriso, timo (Thymus serpyllum) e assenzio (Artemisia alba); gli olii essenziali delle foglie sprigionano aromi che aiutano a ridurre le perdite d'acqua.

Anche la fumana, dai delicati fiori gialli, è spesso presente, insieme a salvastrella minore, strigoli, dai fiori a calice rigonfio, vedovella dei prati dai bei capolini azzurri, e arabetta maggiore (Arabis turrita); in autunno spiccano i bei fiori rosati di Scilla autumnalis. Numerose sono, infine, le graminacee: grano delle formiche, erba mazzolina, forasacco e paleo comune; sono specie frequenti anche nelle boscaglie e nelle praterie aride dei dintorni che a primavera si tingono del rosa carico dei fiori di anemone stellata e ospitano belle orchidee (Orchis morio, O. purpurea).

Quando il gesso affiora in luoghi ombrosi e freschi, come nei pressi degli inghiottitoi che spesso si aprono nel bosco, si ricopre di tappeti di muschi su cui poggiano felci come il falso capelvenere e la felce dolce; la felce rugginosa compare invece dove c'è più luce, insieme a una succulenta dal notevole sviluppo, la borracina massima.


(foto di Archivio Ente Parchi e la Biodiversità - Emilia Orientale)

(foto di Archivio Ente Parchi e la Biodiversità - Emilia Orientale)
Orchidea
Orchidea
(foto di Gessi Bolognesi)
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