Insieme al marito, da tempo immemorabile, si prendeva cura della Chiesa. Il marito si occupava anche di scavare le fosse nel cimitero che si trovava lungo la strada ma poi lui era morto e Artemisia non aveva potuto sostituirlo in questo lavoro. Però era lei che suonava le campane per la Messa, all'Avemaria e a mezzogiorno, continuando a tenere la chiesa e la canonica pulite come uno specchio. Aveva più di settanta anni ed era così incurvata per gli anni che si sarebbe facilmente scambiata per una donna gobba: nonostante ciò era vispa, allegra e attiva come una trentenne.
Finché a Casaglia ci fu il parroco, Artemisia e il marito ricevevano un piccolo assegno dai fondi della Chiesa ma, dopo la morte del prete e del marito, la donna viveva della generosità dei parrocchiani e di poco altro.
Il 29 settembre del 1944 fu condotta dalle SS nel cimitero di Casaglia, dove i soldati tedeschi uccisero decine di persone. Fu gravemente ferita, venne soccorsa, portata alla vicina località del Poggio ma morì pochi giorni dopo. I militari ordinano a quattro giovani del luogo di scavare per lei una fossa ma, mentre eseguivano il loro pietoso compito, una scarica di mitra li uccise su quella stessa fossa. Il corpo di Artemisia non è stato più ritrovato ed il suo nome non figura nemmeno tra le vittime dell'Eccidio di Monte Sole.
Scheda elaborata da Gloriana Roveri e Maurizia Nannetti guide volontarie del Parco storico di Monte Sole-Ente Parchi Emilia-Orientale
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